Il birrificio Baladin nasce nel 1996 da un’idea e dalla passione di Teo Musso. Con un impianto per la fermentazione costituito da vasche da latte usate, proprio nel 1996 nascono la Blonde e l’Ambrée, le prime birre alla spina targate Baladin. Da quel momento, nel giro di pochi anni, vengono create nuove birre come: Super, Brune, Isaac (dedicata da Teo a suo figlio), Niña, Nöel e Wayan.
Nel 2000, l’aumento della domanda impone il primo allargamento del birrificio. Il pollaio dei genitori di Teo viene riadattato per far spazio ai fermentatori e viene creato un birrodotto per trasferire il mosto dalla produzione (piazza di Piozzo) nel mitico pollaio.
L’idea ispiratrice di Teo è stata da subito la volontà di voler abbinare birra e cibo. Per fare questo la prima iniziativa commerciale è stata di inviare a 500 ristoranti italiani una campionatura delle sue due birre. Apprezzata subito da tutti gli chef, c’è voluto diverso tempo e lavoro per entrare a pieno titolo nei menu a fianco dei vini quale possibile alternativa ma oggi la si può trovare largamente diffusa anche e soprattutto in ristoranti di alta categoria.
Nel 2008 nasce il progetto Open con la prima birra italiana “open source” la cui ricetta, dimensionata per una produzione da homebrewer, è stata pubblicata per tutti sul web. L’obiettivo era di condividere una ricetta che creasse interesse e che aiutasse a diffondere l’idea della birra artigianale italiana. Sul concetto di Open sono anche nati dei locali dedicati alla diffusione del bere artigianale italiano con stabili cento etichette di birre italiane in bottiglia e tante, tante spine. Ma Open per Baladin è anche un “laboratorio” per sperimentare gusti, spezie e nuovi approcci al prodotto.
Oggi le birre Baladin, curate con sempre maggiore maestria da Teo Musso, Paolo “Palli” Fontana e dal loro staff, sono prodotte con le migliori tecnologie che permettono di coniugare artigianalità e qualità. Oltre 30 varianti di gusto e formato in continua evoluzione e con sempre nuove idee di ricette da aggiungere.
Baladin, ormai da anni, ha deciso di impegnarsi direttamente nella produzione della maggior parte della materia prima utilizzata per la produzione tanto da divenire, nel gennaio 2012, birrificio agricolo. Ha vinto numerosi premi tra cui “Birrificio dell’anno” nel 2013 e nel 2014.