La storia di una birra di successo può nascere anche da un conflitto adolescenziale tra padre e figlio. È il caso della Birra Baladin, creata da Teo Musso di Piozzo, un piccolo paese delle Langhe piemontesi. Il giovane Teo Musso, viene obbligato dal padre Enrico a bere vino a tavola, rigorosamente prodotto in casa. A un certo punto però si ribella, pretendendo di bere birra. In particolare lager industriali, non particolarmente interessanti dal punto di vista del gusto, ma comunque non omologate al volere paterno. E amore al primo sorso.

 

La svolta che però farà evolvere la passione per la birra in qualcosa di diverso, avviene grazie a una serie di vacanze studio-lavoro estive dallo zio Celso, capo pasticcere all’hotel de Paris di Montecarlo. Teo ha la possibilità di entrare in contatto con un mondo di sapori e profumi sconosciuti fino ad allora e, soprattutto, incontra la Chimay Tappo Blu. Questo evento gli cambierà la vita, dimostrandogli che la birra poteva essere qualcosa di diverso rispetto a quanto fino a quel momento era stato abituato a bere.

 

Durante una visita allo zio Celso, Teo conosce e si innamora di Michelle, una ballerina dell’Opera di Montecarlo. Teo convince Michelle a trasferirsi a Piozzo e insieme decidono di riaprire una vecchia osteria chiusa da anni e di trasformarla in una birreria. Danno sfogo alle loro passioni: la musica, lo spettacolo e, soprattutto, la birra. Teo sceglie da subito 200 etichette provenienti da tutta Europa: è il 1986 e nasce Le Baladin.

 

Il nome significa cantastorie in francese antico e l’ispirazione arriva da un passaggio a Piozzo di un circo itinerante composto da artisti di strada, le Cirque Bidon, da cui Teo rimane affascinato e con cui scappa per qualche mese. Bisogna però aspettare il 1996 e qualche viaggio di Teo in terra belga per cominciare con la produzione.

 

Trascorre un periodo in Belgio dove collabora dapprima con Christian Vanhaverbeke, ingegnere birrario della Brasserie d’Achouffe dove apprende come si produce la birra artigianalmente ma con un approccio più tecnico. Successivamente, grazie a Nora - la sua nuova compagna - conosce Jean-Luis Dits della Brasserie a Vapeur, dove l’approccio alla produzione è più legato alla filosofia e alle emozioni. Due visioni che Teo assimila e che da quel momento accompagneranno sempre il suo modo di fare birra.

 

Di ritorno dal Belgio, espropriando un garage vicino alla birreria, Teo crea il primo locale di produzione della sua Baladin. L'impianto viene costruito in Belgio con Jean-Luis adattando delle vasche usate in origine per la lavorazione del latte. È il 1996 quando apre i battenti il nuovo brewpub di Piozzo: Le Baladin.

 

Le prime birre prodotte sono due: la blonde e l’ambrée. Teo decide di eliminare dalla lista le 200 etichette per proporre solo le sue creature. Il risultato iniziale non è dei migliori, infatti, i clienti scappano, Teo non si dà per vinto, consapevole che si era solo all’inizio della storia delle birre artigianali in Italia.

 

Nonostante le difficoltà iniziali, in pochi anni la visione di Teo ha successo e nascono tante birre, tutte ad alta fermentazione e dalle molteplici anime, accomunate da una costante ricerca dell’equilibrio nell’uso delle materie prime per creare sapori amabili e facilmente abbinabili ai cibi.